Ecco come si presenta ora il terrapieno che fino a pochi giorni fa era adorno di cipressi e oleandri: una spianata sterrata dove si aggirano operai con pale e carriole. Cosa sarà questo misterioso Centro Servizi di cui nessun giornale parla? La Soprintendenza archeologica si è limitata a informare la cittadinanza che gli alberi sono stati espiantati. Come sarà l’edificio, che estensione avrà (si mormora 500 mq), se sarà sotterraneo o se emergerà in superficie, magari con un bella cupola di vetro, nessuno ha modo di saperlo: proprio come si usa in questi ultimi nostri tristi anni di disinformazione, arroganza e incuria. Tutela, bellezza, decoro, rispetto della città e della sua storia appaiono parole desuete. Del resto l’intera area del Colosseo sarà sequestrata tra pochi giorni dal più irragionevole e immane cantiere che sia mai stato costruito a ridosso di un antico monumento. Già ora comunque possiamo fare le prove generali di un’assenza che segnerà una frattura incolmabile nella città per anni e anni: tra le reti, le colate di cemento, i bracci meccanici Minguzzi il Colosseo si avvia verso un inevitabile degrado. Tra vent’anni e forse più certamente non sarà più una rotatoria spartitraffico ma un bel terminal affollato di frettolosi e ignari pendolari che nemmeno avranno il tempo di guardarlo. Una città, la nostra, troppo antica e sapiente per un paese governato da androidi senza memoria.
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