ROMA – Metro C nel mirino della Corte dei Conti
CECILIA GENTILE
La Repubblica 03/05/2013
METRO C di nuovo nel mirino della Corte dei Conti. Dopo l’esposto di Italia nostra, il procuratore regionale Angelo Raffaele de Dominicis ha deciso di verificare se davvero esistono rischi per la stabilità del Colosseo chiedendo chiarimenti alla soprintendenza archeologica, al ministero dei Beni culturalie ambientali, al sindaco Alemanno e al presidente della Regione Zingaretti. È stato lo stesso procuratore ad informare delle sue mosse Antonio Tamburrino, che per conto di Italia Nostra ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti denunciando i costi lievitati e il rischio per la stabilità dei monumenti con i lavori per il tratto San Giovanni Colosseo. «Eventuali errori causativi di danno pubblico potranno essere accertati e contestati innanzi alla sezione giurisdizionale di questa Corte, quando ciò si renderà possibile ed opportuno», scrive de Dominicis a Tamburrino, assicurandogli «la massima consentita considerazione alle sue denunce e alle sue valutazioni». «In altre parole – spiega Tamburrino – se dalle verifiche del procuratore dovesse venire fuori che c’è un rischio per le fondazioni del Colosseo oppure se i lavori dovessero provocare lesioni, allora ci sarebbe il danno erariale».
Il Campidoglio si affretta a dichiarare che «nessuna inchiesta è stata aperta dalla Corte dei Conti». «L’attività del procuratore Raffaele De Dominicis si è concretizzata allo stato quale atto dovuto, in una richiesta di informazioni in data 16 aprile indirizzata alla soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma», recita un comunicato. Il candidato sindaco del centro sinistra, Ignazio Marino, invece, chiede chiarimenti ad Alemanno. «Le preoccupazioni di Italia Nostra – dice – sono quelle di tutti i romani. Il sindaco si assuma le proprie responsabilità. Mi chiedo poi se sono state studiate eventuali alternative nel percorso».
«Le questioni poste da Italia Nostra confermano quanto noi Radicali denunciamo in solitaria dal 2006: la costruzione della metro C va avanti senza alcuna certezza. Il sindaco Alemanno e Roma Metropolitane hanno il dovere di dire se sono in grado di completare l’intera linea della metro C. Finché non lo faranno, è da irresponsabili avviare i lavori San Giovanni-Colosseo», dichiarano Mario Staderini, segretario di Radicali italiani, e Riccardo Magi, candidato nella Lista civica per Marino sindaco.
Alla denuncia di Italia Nostra aderiscono anche il coordinamento Residenti città storica, Progetto Celio e Carte in regola, che chiedono un nuovo percorso per la linea C: da san Giovanni alla stazione Ostiense. Da qui un tram sul lungotevere almeno fino a Belle Arti.
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ROMA – Rossella Rea «Ma la stabilità del Colosseo non è in discussione»
MARIA ROSARIA SPADACCINO
Corriere della Sera, 03/05/2013
La direttrice: nessun pericolo. La Soprintendenza ai Beni archeologici riapre l’anfiteatro alle visite notturne
Il Colosseo continua ad essere sempre al centro della vita cittadina, ancora di più con l’arrivo della bella stagione e l’aumento dei flussi turistici nella Capitale, visto che ogni anno 6 milioni di visitatori lo scelgono come primo monumento da vedere. Da giovedì 2 maggio sono aumentate le possibilità d’accesso: sono iniziate le visite guidate notturne. Gli appuntamenti sono organizzati da Coopculture, si chiamano «La luna sul Colosseo», e sono state voluti anche quest’anno dalla soprintendenza speciale ai beni archeologici. Ogni giovedì e sabato, si potrà visitare l’anfiteatro Flavio anche di notte in compagnia di archeologi fino al 2 novembre. E proprio commentando questa nuova opportunità offerta ai turisti la direttrice Rossella Rea rassicura: «La stabilità del Colosseo non è assolutamente in discussione».
«I treni della metro B passano dal 1950 proprio lì vicino – prosegue Rea -, appena sotto l’asfalto come si può notare dalla vibrazioni al passaggio dei convogli. Noi della soprintendenza ne siamo certi: la situazione dell’Anfiteatro Flavio non è affatto compromessa». E continua: «La metro C è molto più lontana ed è più profonda, quindi non bisogna preoccuparsi di questo nuovo cantiere». Infatti è lei stessa a spiegare.
«Sin dal 1996 la Soprintendenza ai beni archeologici – continua – ha chiesto rassicurazioni e pareri specialistici ad un comitato tecnico-scientifico dei maggiori esperti italiani ed internazionali affinché studiasse la stabilità dell’Anfiteatro Flavio e di tutti i palazzi ed edifici storici sull’asse di Corso Vittorio. Un monitoraggio rigoroso che esclude problemi di quel tipo».
Da una parte, quindi, Rea condivide assolutamente la richiesta di «Italia Nostra» sulla pedonalizzazione dei Fori Imperiali. «Sono trent’anni che la soprintendenza chiede quest’intervento, quindi condivido assolutamente le richieste dell’associazione ambientalista, che sono poi le nostre stesse. Ormai i tempi sono maturi perché questo accada, altrimenti potrebbe succedere quello che, in qualche modo ha detto il neo-ministro alla Cultura -, tra dieci anni il bianco lo ritroveremo grigio».
D’altra parte ritiene complicata la richiesta di bloccare i lavori della metro C. «Ormai è troppo tardi, perché non è stato chiesto prima? – conclude – il progetto è del 2003 c’era tutto il tempo per riflettere su questo cantiere. Ora ci vorrebbe una cifra spaventosa per risarcire la ditta che ha vinto l’appalto».
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Un commento alle dichiarazioni di Rossella Rea. I cantieri della stazione della Metro C (la stazione, ben inteso…) arriveranno a dieci metri dal Colosseo come risulta già visibile dalle prime recinzioni (leggete, sempre su questo blog: Metro C. La nuova stazione di via dei Fori Imperiali); si dovrà scavare una voragine profonda 50 metri (la profondità della metro, appunto) lunga e larga quanto metà di via dei Fori Imperiali, a partire dalla Basilica di Massenzio e dall’opposto Prospetto Cederna, sfiorando la base del Tempio di Venere, fino ad arrivare a 10 metri (o 15? secondo la contrattazione della Soprintendenza) dal Colosseo: un enorme svuotamento che semplicemente secondo il buon senso non dovrebbe essere totalmente indolore per un’area geologica come quella dove sorge e ‘galleggia’ il Colosseo. Niente archeologia preventiva questa volta, come s’è sempre fatto (v. scavo di piazza Venezia) ma scavi simultanei ai cantieri, magari ben visibili al pubblico come auspicava qualche giorno fa la stessa Rea. Va proprio tutto bene? Possiamo davvero dormire sonni tranquilli? Quanto alla stabilità dei palazzi del Celio e di Corso Vittorio come mai la linea della metro, nella zona della Navicella e di via di Sant’Erasmo, è stata deviata dopo che è stata chiesta una revisione di indagini da parte di alcuni privati cittadini? Che poi la metro C possa continuare lungo Corso Vittorio sembra davvero una chimera. Per fortuna, direbbero in molti: così almeno quella parte della città non correrà rischi come certamente toccherà al Colosseo nonostante le solide e inattuali ‘certezze’ degli addetti alla tutela.
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