Non sono sparita, miei cari venticinque lettori. Ho solo trascorso buona parte dell’estate a completare un complesso trasloco di libri e di gatti: nell’un caso e nell’altro l’operazione si è conclusa felicemente.
“Fatti personali..” direte con una punta di indifferenza.
A me, invece, pare di no dato che tutta l’Italia sembra coinvolta in un “trasloco”: chi cambia casa, chi cambia città e paese, chi cambia lavoro, chi cambia famiglia, chi cambia idea…
“Magari cambiassimo tutti più spesso!”, mi sono detta, “specialmente le idee che, quando sono fisse, sono assai dannose…”
Difficile l’abbandono volontario ma necessario di una situazione ambientale e affettiva stratificata in diverse stagioni della vita. Negli ultimi tempi, però, il giardino dell’antico Palazzo, che è stato lo sfondo di una parte della mia vita e delle mie storie, aveva perso gran parte del suo fascino: di nuovo, come tanti anni fa, occupato e devastato da cantieri destinati a durare all’infinito. Nessuno, per esempio, si era accorto della piccola Perla che moriva semi annegata dentro un vascone utilizzato quotidianamente dagli operai… Nonostante i miei reiterati tentativi di cura, Perla se n’è andata, tutta sola, nel suo ultimo trasloco. Aiutata anche dalla disgustata indifferenza di un veterinario che, nel vederla così malridotta, guardava me, stupito, per dirmi: “Ma che mi ha portato?”
Ancora resiste, osserva e sovrasta tutto ciò che accade nel nobile giardino del tempo che fu, l’altissima magnolia che, tanti tanti anni fa, fu salvata dall’esecuzione capitale alla quale era stata condannata per la quantità di foglie che perdeva e che occorreva raccogliere ogni giorno. Un giorno di un anno fa vide anche tante strane creature aggirarsi giù in basso, alcune con vesti di porpora, altre con abiti neri, altre con demoni accanto. Poi ha visto la devastazione delle ruspe, uomini senza volto, trincee di lamiere, camion..Ha visto assottigliarsi la già esigua tribù di gatti che sostavano sulle sue radici affioranti osservando anche loro le insolite scene…
Dovrei raccontarvi la storia dei miei gatti trovatelli: di Mio, abbandonato nella chiesa attigua al Palazzo, del piccolo Gino, soprattutto del suo voluminoso fratello Pino, amante delle mostre, protagonista involontario di grotteschi eventi politici e mondani… Durante l’estate i miei piccoli amici non umani si aggiravano disorientati e impauriti nel giardino intristito dal disamore, finché venni a sapere che addirittura qualcuno voleva “metterli in sicurezza”: “come delle opere d’arte?” pensai io in un primo momento “o come dei carcerati?” mi chiesi perplessa. A giudicare dal mantello polveroso degli amati mici, che giorno dopo giorno si trasformavano in trasandati barboni, mi parve più legittima la seconda ipotesi: del resto parlavano chiaro anche le facce scure dei pochi umani, che sempre più raramente comparivano all’aperto nel timore di incorrere, anche loro, nella “messa in sicurezza” …
Così va il mondo miei cari amici… Almeno per ora. Sta solo a noi il coraggio di cambiare idea, cambiare percorsi , “cambiare casa” – la casa delle idee, dei buoni sentimenti, dell’onestà.. – coltivando con amore il “nostro” giardino ed evitando di occupare abusivamente quello del vicino come oggi accade sovente nel belpaese delle libertà..
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una grande magnolia, un grande giardino, tanti animali, le nostre idee, i valori, i sogni, le certezze e le incertezze di una vita. Il disagio di vivere in un mondo in cui mi riconosco sempre meno ma del quale non voglio e non posso disinteressarmi. Che fatica e quante delusioni, eppure non riesco a smettere di sperare di non essere sola a voler “cambiare casa”. Essere con Anna è già fonte di rinnovata energia e volontà.
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