{"id":169,"date":"2009-05-04T17:29:25","date_gmt":"2009-05-04T15:29:25","guid":{"rendered":"http:\/\/www.annarosamattei.it\/?p=169"},"modified":"2022-11-26T20:59:20","modified_gmt":"2022-11-26T19:59:20","slug":"relazione-sulla-presentazione-del-20-aprile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/?p=169","title":{"rendered":"Relazione sulla presentazione del 20 aprile"},"content":{"rendered":"

Mi era gi\u00e0 capitato qualche altra volta di parlare nell’Aula Magna del Visconti, il liceo dove insegno da molti anni. La prima occasione fu, una decina di anni fa, quella della presentazione di una mia antologia alla quale tenevo molto: Poesie italiane del Novecento<\/em> edita da Archimede nel 1995. Avevo provato a “raccontare” la poesia del secolo scorso come se fosse uno splendido romanzo, una lunga storia piena di personaggi. C’era Giulio Ferroni, anche allora, a parlare, come ora. L’anno dopo venni trasferita al Visconti e il Collegio Romano divent\u00f2 il teatro delle mie fantasie narrative oltre che del mio lavoro quotidiano.
\nQuesta volta si \u00e8 parlato dell’Archivio segreto<\/em> in cui compare questo antico palazzo popolato dei personaggi e delle storie di oggi e di ieri. Rosario Salamone ha introdotto, non tanto e non solo come preside del Visconti, quanto come attento lettore della letteratura attuale. Hanno poi parlato Rino Caputo, Giulio Ferroni e Walter Pedull\u00e0. Prover\u00f2 a riferire quanto \u00e8 stato detto, anche se tardivamente, per quanto me lo consentono la memoria e gli appunti presi.
\nIl tema del “capriccio” urbano – sintetizzato dal quadro di Pannini in copertina – della casualit\u00e0 apparente del girovagare, coincidente con una modalit\u00e0 di lettura che pu\u00f2 essere anch’essa casuale, senza inizio n\u00e9 fine, sono stati analizzati da Rosario Salamone insieme al procedimento divagante della scrittura, al continuo conversare dei personaggi, in un mondo in cui tutto \u00e8 animato, dalle pietre agli alberi, e come calato in una dimensione che egli ha definito di “panpsichismo”, comunque di contatto religioso con la realt\u00e0. Caputo, che si aspettava l'”aurea mediocritas” dei tanti libri occasionali di oggi, ha detto invece cose assai lusinghiere: prima di tutto di essere rimasto sorpreso dalla consapevolezza letteraria della scrittura; poi dalla scelta del prosimetro, cio\u00e8 della prosa mista al ritmo e alla rima della poesia; dal rapporto dichiarato con la tradizione; dalla scelta “di gusto” contro la standardizzazione e la volgarizzazione dei linguaggi attuali; dall’assortimento delle storie di uomini e donne e delle loro passioni d’amore. A Ferroni \u00e8 piaciuto rievocare il suo liceo che tanta parte ha avuto nella sua storia personale e tanta ne ha nelle mie storie, come lui stesso ha sottolineato, non solo nell’Archivio segreto<\/em>, ma anche nel libro precedente, Una ragazza che \u00e8 stata mia madre.<\/em> Soprattutto ha trovato l’orizzonte della scrittura femminile evidente sin dall’epigrafe, la dedica a Shaharazade, archetipo dell’arte del narrare. Ha parlato della cosiddetta autofiction<\/em>, cio\u00e8 della finta autobiografia – oggi piuttosto in voga – che racconta di una giornata singolare, di una strana passeggiata durante la quale il sogno si mescola alla realt\u00e0 e ne diviene una chiave di lettura. Ha parlato ancora dell’indeterminatezza della dimensione onirica, dell’alterazione dei rapporti temporali e della scelta di uno spazio come Roma per rappresentarli in modo efficace: della gatta di via della Gatta, per esempio, e del suo valore simbolico. Ha parlato della prosa rimata, anche lui, e della totalit\u00e0 naturale in cui l’io della protagonista cerca di immergersi per superare i limiti della sua determinatezza. Ha citato Annamaria Ortese come un possibile riferimento per il modo narrativo dell’Archivio segreto<\/em>, sospeso tra l’onirico e il fantastico. Ha citato Pirandello, per i temi del mondo teatralizzato, della teosofia, del libro alchemico in cui alla fine della mia storia si concentra la conoscenza del mondo, l'”archivio segreto”, l’antro platonico in cui si cela il cuore della realt\u00e0.
\nStraordinario, amici miei (voi soliti venticinque…)!
\nLi ho ascoltati con attenzione e debbo dirvi che mai avevo avuto cos\u00ec precisa la sensazione di essere riuscita a dire, a raccontare davvero quel che avevo in mente…
\nPoi \u00e8 venuta la volta di Walter Pedull\u00e0 che ha messo in evidenza alcuni aspetti della narrazione, che, almeno nelle mie intenzioni (si sa che non sempre le intenzioni si realizzano), esprimono proprio quanto “il cuore ditta dentro”: il modo antinaturalistico, il trattamento del tempo, l’importanza dei dettagli. Ha ricordato quanto diceva Paul Bourget a proposito del semplice resoconto di una giornata che, nella sua apparente insignificanza, pu\u00f2 diventare esso stesso un romanzo. “Ma si tratterebbe di un’epica della realt\u00e0” ha aggiunto “o piuttosto di un’epica dell’esistenza?” Il recupero del senso attraverso i dettagli su cui indugia lo sguardo dei personaggi, in una narrazione sospesa tra la realt\u00e0 e il sogno, tra il notturno e il diurno, fa propendere per la seconda via, secondo Pedull\u00e0, che ha ricordato Antonio Pizzuto e il suo modo di cogliere brandelli di senso nell’istante e nei particolari ingigantiti e apparentemente insigificanti. Ha colto, Pedull\u00e0, la volont\u00e0 di superare gli stereotipi linguistici nell’attenzione rivolta ai giovani e alla loro morte annunciata e a volte realizzata attraverso il suicidio.
\nCome commentare, a mia volta, quanto \u00e8 stato detto in modo cos\u00ec straordinario e generoso da Salamone, Caputo, Ferroni e Pedull\u00e0 a proposito dell’Archivio segreto<\/em>?
\nPosso solo dire che grande e consolante \u00e8 il piacere di interloquire con i propri simili, di essere riconoscibili e riconosciuti in un paese di ciechi e di sordi, dove l’unico modo di scrivere (e quindi di pensare e di “esserci”) sembra essere diventato quello a una sola dimensione, senza nessuna possibilit\u00e0 di interpretazione e di riflessione. Roma \u00e8 la metafora pi\u00f9 evidente di quanto la realt\u00e0 non sia altro che un libro da sfogliare, da leggere, da analizzare e comprendere anche nelle parti non visibili, tra le righe non scritte. Attraversare i limiti dell’io, della logica, della presunta razionalit\u00e0, dialogare con altre specie e altre famiglie, con altri punti di vista per cogliere l’implicito dietro la superficie di ogni cosa. Essere qualcun altro, insomma, nell’epoca di Narciso allo specchio: questo \u00e8 quanto vorrei continuare a fare e quanto vorrei che facessimo insieme per condividere un cammino comune. L’unica ragione che giustifica un altro libro nella folla di migliaia di libri.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Mi era gi\u00e0 capitato qualche altra volta di parlare nell’Aula Magna del Visconti, il liceo dove insegno da molti anni. La prima occasione fu, una decina di anni fa, quella della presentazione di una mia antologia alla quale tenevo molto: Poesie italiane del Novecento edita da Archimede nel 1995. Avevo provato a “raccontare” la poesia […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1158,3,7],"tags":[20,51,176,215,373,385,449],"class_list":["post-169","post","type-post","status-publish","format-standard","hentry","category-diari","category-diario","category-presentazioni","tag-aggiungi-nuovo-tag","tag-annarosa-mattei-larchivio-segreto","tag-ennio-quirino-visconti","tag-giulio-ferroni","tag-rino-caputo","tag-rosario-salamone","tag-walter-pedulla"],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts\/169"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Fcomments&post=169"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts\/169\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":3188,"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts\/169\/revisions\/3188"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Fmedia&parent=169"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Fcategories&post=169"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Ftags&post=169"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}