{"id":1851,"date":"2015-06-24T11:16:52","date_gmt":"2015-06-24T09:16:52","guid":{"rendered":"http:\/\/www.annarosamattei.com\/?p=1851"},"modified":"2022-11-26T20:57:09","modified_gmt":"2022-11-26T19:57:09","slug":"sulla-deriva-istituzionalizzata-del-libro-e-della-lettura","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.annarosamattei.com\/?p=1851","title":{"rendered":"Sulla deriva istituzionalizzata del libro e della lettura"},"content":{"rendered":"

A quel che scrive Di Stefano e che condivido pienamente aggiungerei solo che l’ultima attivit\u00e0 promossa per le scuole dal Centro per i libro e la lettura<\/em> si intitola appunto Scriviamoci<\/em>, simmetrica a quella dell’anno scorso che si chiamava Libriamoci<\/em>. Dovremmo commentare ancora pi\u00f9 duramente iniziative di questo genere per arginare il fenomeno dell’effimero che dilaga proprio a partire dalle\u00a0 istituzioni delegate a risanare il sistema della cultura. Il libro e la lettura, quindi la stessa scrittura, sono in crisi drammatica da anni e questi rimedi sembrano essere pi\u00f9 letali della malattia. Gli editori cercano il libro facile e popolare di qualche improvvisato scrittore che abbia un nome mediatico trainante o che sappia raccontare storie elementari che addormentino le coscienze e non impegnino troppo n\u00e9 il cuore n\u00e9 la mente. Molti librai chiudono o, per non morire, trasformano le loro librerie in empori in cui il libro \u00e8 solo una merce accessoria. Le Biblioteche statali si avviano a diventare musei a pagamento e fabbriche di eventi per attrarre visitatori e non certo lettori.\u00a0 Nelle scuole l’unico libro ammesso \u00e8 il manuale che cerca di inglobare in s\u00e9 il mondo a pezzi dei libri veri. Se si comprendesse a pieno questo fenomeno di deriva apparentemente inarrestabile della nostra cultura attraverso una campagna di informazione continua e pressante, si troverebbe il modo di intervenire e di risalire la china selezionando e premiando in ogni campo la preparazione e la passione, l’audacia e la determinazione, invece del compiacente servilismo gradito a quanti esercitano il potere per il potere.<\/p>\n

Biblioteca degli inediti? Populismo paraletterario<\/strong>
\nPaolo Di Stefano
\nCorriere della Sera –\u00a0 23\/6\/2015<\/p>\n

L\u2019intenzione di creare una Biblioteca Nazionale dell\u2019Inedito, dichiarata dal ministro Dario Franceschini, ha scatenato molte ironie. C\u2019\u00e8 poco da scherzare, \u00e8 in realt\u00e0 una minaccia. Scrive bene, ne ilpost.it , Francesco Cataluccio, che ha lavorato per anni nell\u2019editoria: se le due Biblioteche Nazionali e le sette Statali, che conservano i libri pubblicati, sono vicine al collasso (pochi soldi per le acquisizioni, scarso personale, spazi ristretti, catalogazioni lente, orari di apertura limitati\u2026), pensate cosa sarebbe mettere su e gestire una collezione, potenzialmente infinita, di opere inedite: \u00abUn luogo \u2014 aggiunge il ministro \u2014 dove raccogliere e conservare per sempre romanzi e racconti di italiani mai pubblicati\u00bb. Ma a che scopo? \u2009\u2009\u2009Vale la pena conservare a futura memoria (collettiva) le tonnellate di manoscritti rifiutati dagli editori? Qualche anno fa Silvia Pertempi aveva frugato negli armadi dell\u2019editore Donzelli e ne era venuta fuori una rassegna, Romanzi al macero , di temi e stili dei non pubblicati, comprese le lettere di accompagnamento spesso lievemente irritanti. Pseudo romanzi psicologici zoppi, fantasie illeggibili, rosa senza sentimento, gialli senza tensione, romanzi sociali senza societ\u00e0, esercizi narrativi generalmente autoriferiti e privi di originalit\u00e0, imitazioni di De Carlo, di De Luca, di Volo, di Lucarelli\u2026
\n\u00abScrivere \u2014 ha detto Franceschini \u2014 \u00e8 una terapia straordinaria, \u00e8 un atto di grande creativit\u00e0 e libert\u00e0, che tutti dovrebbero fare al di l\u00e0 del talento o dell\u2019essere o meno portati\u00bb. Sacrosanto, anche suonare la chitarra e il pianoforte, cantare, dipingere, disegnare: sono utili terapie di benessere, ma il quadro dello zio pittore della domenica non pretendiamo che finisca agli Uffizi e neanche al Pac, e quando il bambino strimpella con il flauto chiudiamo le finestre per timore di disturbare i vicini. Dovrebbe esserci un pudore anche nell\u2019espressione di s\u00e9. Ve la vedreste una mega galleria di croste dei pittori dilettanti da Udine a Pachino? Riporre in un cassetto di casa il romanzetto abortito del nonno pu\u00f2 giovare a tener viva la memoria familiare. Una Biblioteca Nazionale di romanzetti mal riusciti dei nonni e delle nonne e delle prozie, dei cugini e dei pronipoti d\u2019Italia sarebbe il trionfo del populismo paraletterario che gi\u00e0 fa abbastanza guai nelle librerie. Oltretutto in un Paese in cui, per i diari e le scritture private di interesse storico, c\u2019\u00e8 l\u2019Archivio di Pieve Santo Stefano creato anni fa dall\u2019eroico Saverio Tutino.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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