Questo breve racconto \u00e8 uscito in questi giorni sulla rivista “50 e pi\u00f9”. I personaggi sono due della quattro amiche dell'”Archivio segreto”: forse hanno deciso di vivere una vita propria al di l\u00e0 delle intenzioni di chi li ha inventati.<\/p>\n
50 e pi\u00f9 – Anno XXX n.9 – Settembre 2008<\/p>\n
Conversazione in libreria<\/em><\/strong><\/p>\n
Pomeriggio d\u2019estate in una torrida piazza romana. Palazzo Chigi e la Colonna di Antonino Pio vibrano nell\u2019aria attraversata da onde di calore. Mi rifugio all\u2019interno di una libreria. Scaffali ricolmi, pile di volumi simili a torri. Sorridenti autori di cartone appostati negli angoli: \u201cLeggimi, leggimi, ti divertirai\u2026\u201d
\nRiconosco da lontano la mia amica Ludmilla che mi apostrofa con irruenza smettendo di leggere qualcosa che sembra disturbarla.
\n\u201cGiusto te. Perch\u00e9 scrivi anche tu?\u201d esclama \u201cTutta l\u2019Italia scrive… Gialli, noir, autobiografie: il padre e la madre del tale, la malattia del tal altro. Non se ne pu\u00f2 pi\u00f9. Meglio una vera biografia allora. O un saggio. Almeno imparo qualcosa\u201d. Infastidita prende un altro libro che apre appena e subito ripone. Copertina d\u2019oro, fascetta di ristampe e premi, primo in classifica sulle testate nazionali…
\n\u201cSaggi e biografie\u2026 ma sono romanzi anche quelli in un certo senso. Non \u00e8 detto che corrispondano al vero \u2026\u201d replico, incuriosita dalla sua irritazione \u201canche negli studi pi\u00f9 seri c\u2019\u00e8 una buona dose di invenzione.\u201d
\n\u201cMa che dici?\u201d ribatte Clotilde \u201cSe leggo di Napoleone o di Alessandro Magno, loro s\u00ec che sono personaggi storici. Veri per davvero. Se leggo di Kafka, per dire, o di Leopardi\u2026 Penso alle lettere, per esempio\u2026non sono vere?\u201d
\n\u201cForse ti piacciono perch\u00e9 di quei personaggi conosci l\u2019opera, i fatti. E allora vuoi capire perch\u00e9 hanno agito o scritto nel tal modo. Come hanno elaborato la loro vita.\u201d aggiungo osservando una ruga tra le sue sopracciglia che assomiglia a un punto interrogativo.
\n\u201cChe intendi dire?\u201dreplica attenta \u201cChe significa elaborare la vita? La vita \u00e8 quella che \u00e8. Si vive e basta. Non si deve mica elaborare \u201d.
\n\u201cE allora perch\u00e9 leggi? Cosa cerchi nei libri? Non cerchi per caso le vite degli altri? Magari per ritrovare la tua tra le parole scritte da tanti che non conosci\u2026\u201dmormoro mentre sfoglio un libro di Saramago che ho pescato in uno scaffale sotto la lettera S.
\nLudmilla ammutolisce per qualche istante.
\n\u201cMa guarda. Una nuova edizione delle Mille e una notte<\/em>! \u201c esclama prendendo in mano un libro voluminoso.
\n\u201cIo leggo per divagarmi,\u2026\u201d continua aprendo il libro a caso \u201cMa forse hai ragione tu. Una storia fine a se stessa mi annoia, mi irrita. Mi sembra una perdita di tempo. Perch\u00e9 si scrivono storie inutili? Tirate via in fretta. Senza nessuna cura della lingua, dello stile, della forma. Come se fosse un obbligo essere sciatti. Come se lo scrivere bene e il narrare fossero due atti inconciliabili. Non hai risposto alla mia domanda. Tu perch\u00e9 scrivi?\u201d
\n\u201cPer esprimere la mia indignazione\u201d rispondo decisa.
\nCi guardiamo restando per un attimo in silenzio.
\n\u201cScrivere mi aiuta a dipanare la matassa in cui il mio filo di sofferenza si aggroviglia\u201d continuo \u201cPer scrivere attingo da quel che leggo e non solo da quel che vivo. Ricette e balsami i buoni libri: siamo fatti per met\u00e0 di quel che leggiamo e per l\u2019altra met\u00e0 della nostra esperienza vissuta. Una costruzione narrativa la vita. Se nessuno ce la racconta non esiste. Scrivere vuol dire tracciare una mappa plausibile in cui tutti possiamo ritrovarci\u2026\u201d
\n\u201cVai sul difficile adesso. Non ti seguo…\u201d sussurra Ludmilla pensierosa mentre un giovane accanto a lei ci ascolta con aria perplessa.
\n\u201cPensa a Shaharazad, allora\u201d le dico \u201ce alle Mille e una notte<\/em>. Il re dimentica il suo odio per le donne ascoltando le storie meravigliose che gli racconta la figlia del visir, una sapiente fanciulla che ha letto molti libri. Che \u00e8 capace di raccontare le avventure di tanti personaggi – di uomini e donne, giovani e vecchi, ladri, mercanti, poveri e ricchi, potenti e non – fino a riconciliare il re con la sua stessa vita e con le vite degli altri. Con le vite delle donne soprattutto che lui odiava ritendole infide e sleali.\u201d
\n\u201cVuoi dire davvero che narrare una bella storia pu\u00f2 essere utile a qualcosa? Che pu\u00f2 servire a vivere meglio? \u201d esclama Ludmilla \u201cMa non era Oscar Wilde, a dire che la letteratura, l\u2019arte insomma, non deve servire a niente. Gratuit\u00e0 pura, secondo lui\u2026\u201d
\n\u201cIntendo dire proprio questo\u201d aggiungo \u201cWilde voleva solo difendere l\u2019autonomia dell\u2019arte, minata gi\u00e0 allora dall\u2019obbligo della redditivit\u00e0. Quantit\u00e0 contro qualit\u00e0: direbbero oggi tutti quelli che fanno pesare la loro opinione. Questo va e quello non va: se un libro si vende vuol dire che vale. Pensiamo con la nostra testa, Ludmilla. Una storia deve essere bella e autentica, ben raccontata e ben scritta. Solo cos\u00ec pu\u00f2 essere vera come desideri tu e utile..\u201d
\n\u201cVera, dici? Ma allora ho ragione io. Saggi, biografie, epistolari: quei generi di scrittura s\u00ec che sono sono veri\u2026 \u201cinsiste Ludmilla.
\n\u201cLe storie di Shaharazad non sono mica vere. Ma sono autentiche. Fondate su un senso del vivere che lei ha imparato leggendo tanti libri. \u00c8 giovane Shaharazad. Non pu\u00f2 aver fatto tanta esperienza. Quel che sa in gran parte l\u2019ha letto e cos\u00ec ha sfidato la morte. Ma il re non la far\u00e0 uccidere. La ascolter\u00e0 per \u201cmille e una notte\u201d generando figli con lei e allontanando da s\u00e9 la paura della sofferenza e della morte. Vivranno entrambi e con loro vivranno i loro figli e tutte le altre donne del regno. Shaharazad ha messo a disposizione del re quel che ha letto, raccontandoglielo in modo bello e avvincente. Mescolando spesso i versi alla narrazione. La vera sapienza non \u00e8 sapere tante cose ma capirle e saperle trasmettere. Questo \u00e8 il compito di chi scrive. Qualunque cosa scriva. Saggio o romanzo che sia\u2026\u201d
\n\u201cMa Shaharazad \u00e8 solo un personaggio letterario. Non mi dirai che \u00e8 lei la ragione del tuo scrivere\u2026\u201dcontinua scettica Ludmilla.
\n\u201cInvece s\u00ec\u201d continuo \u201cIl mondo mi appare come un cumulo di macerie. La convinzione di poter allontanare la paura mi spinge a scrivere… Mi viene in aiuto la letteratura di ogni epoca. Le parole di Dante e di Shakespeare, di Leopardi e di Borges, di Svevo e di Gadda: una moltitudine di poeti morti le cui parole si intrecciano alle mie. Le mie fantasie assomigliano alle loro e affiorano in forma di racconto, di poesia, di saggio\u2026 I generi si mescolano per dire quel che la mente immaginativa detta dentro \u2026 Ed ecco che la vita stessa finisce col trasformarsi in un libro\u2026\u201d
\n\u201cMi hai quasi convinto\u2026 ma non del tutto. Ho ancora delle questioni da discutere con te. Ti chiamer\u00f2 pi\u00f9 tardi. Verso sera\u2026\u201d dice Ludmilla andando alle casse con il suo bel volume delle Mille e una notte<\/em> e dirigendosi poi verso l\u2019uscita.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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