Un libro interessante quello di Anna. Anna in una giornata percorre lo spazio incantato del centro di Roma e lo vive e lo interpreta con la sua sensibilità nutrita da una cultura storica e letteraria che traspare in ogni riga del testo. Forse anche troppo, infatti quasi preferisco le parti in corsivo ,in rima, a quelle descrittive, perchè rimandano ad una scrittura più immediata e archetipica.
Tra il giorno e la notte, la protagonista incontra uomini e donne,monumenti e animali e intesse con loro un dialogo alla ricerca di se stessa e del senso della vita.
Gli amici e le amiche, generazionalmente datati (50/60 anni),impauriti dalla vecchiaia e dalla morte, cercano di abbarbicarsi su poche certezze rimaste:la posizione sociale, il successo,il denaro,la ricerca edonistica. Un’intellighenzia romana,agiata e progressista che non sa progettare il futuro e si ritrova con le ali spezzate dopo aver sperato di cambiare il mondo. Gli uomini narcisi e egoisti non sanno dialogare con le loro donne e spetta alle donne tessere la tela della vita acquisendo una rassegnata consapevolezza della loro separata esistenza.
Anna va oltre, cerca il senso, l’archivio segreto della vita e sembra trovarlo in una corale continuità di essenze che vanno dagli animali alle piante in un flusso che travalica il tempo e lo spazio e sembra renderci eterni. Un tentativo trasognato di esprimere un ricco mondo interiore, tra l’onirico e l’immaginario, nonostante la fitta rete di relazioni convenzionali tra gli esseri umani.
Quanto dolore in questa ricerca di Anna!Quanto dolore che sembra placarsi,ma non si placa. Io leggo e mi riconosco in tanta solitudine, pur non avendo la capacità e la sensibilità di Anna di trovare consolatorio il mondo allusivo delle parole. Maria Antonietta Marroccia
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