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Italia nostra: Il Colosseo e il disastro della Metro C

Nuova metro C, Italia Nostra da shock: “Con gli scavi, Colosseo a rischio crollo”
(19 febbraio 2013) LA REPUBBLICA

L’associazione ha presentato un dossier allarmato, realizzato assieme ai Radicali ed Emma Bonino. Il presidente della sezione di Roma, Carlo Ripa di Meana: “Violata la legge che vieta di iniziare le operazioni prima del completamento delle indagini archeologiche”
Lo leggo dopo

Nuova metro C, Italia Nostra da shock “Con gli scavi, Colosseo a rischio crollo”
“Il Colosseo è a rischio”. Si intitola così un dossier di Italia Nostra che lancia l’allarme per il monumento simbolo della Capitale, in pericolo – secondo l’associazione – per i lavori della linea C della metropolitana che passerà accanto al monumento della romanità. “A giorni – si legge nel documento presentato assieme ai Radicali – verrà recintata un’immensa area su via dei Fori Imperiali. Progressivamente, si ridurrà lo spazio per il traffico a due sole corsie. Per i turisti rimarrà solo uno strettissimo corridoio di 2,85 metri. All’interno della recinzione l’intera via dei Fori verrà scavata e svuotata fino a una profondità di 50 metri. Nello spazio così ricavato verrà costruita la gigantesca stazione della metro C. Il cantiere durerà fino al 2020”.

Gru e transenne accanto al monumento

Secondo il presidente di Italia Nostra Roma, Carlo Ripa di Meana, il prossimo futuro sarà disastroso: “I terreni di riporto potrebbero cedere e trascinare a terra il Colosseo”. E motiva il grande allarme. Non solo.

In discussione anche i costi dell’opera, secondo Italia Nostra lievitati in modo esponenziale dal corrispettivo di 1,9 miliardi di euro del 1990,
quando nacque il progetto della metro C. Inoltre, la tecnologia scelta all’epoca sarebbe ormai obsoleta, “con treni pesanti che avrebbero impatti devastanti nelle viscere di Roma”.

Affiancato dai parlamentari radicali Emma Bonino, Elisabetta Zamparutti e dal candidato a governatore del Lazio Giuseppe Rossodivita, Ripa di Meana ha rivolto un appello alla soprintendenza: “E’ l’ultimo ostacolo prima dell’ apertura dei cantieri ma è sottoposta a fortissime pressioni e sta per cedere. Se non denuncerà la violazione della legge, che vieta di iniziare i lavori prima del completamento delle indagini archeologiche, lo faremo noi alla procura”.

“E’ un progetto – ha concluso il presidente – gestito totalmente dal sistema dei partiti e completamente chiuso ai cittadini. Minima competenza tecnica e massima competenza affaristica”. “Non siamo contrari a fare la metro C – ha detto Bonino – ma qual è l’ostacolo a un dibattito pubblico su questo argomento?”.

(19 febbraio 2013)

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