L’archivio segreto – L’Unità – 8 febbraio 2009
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Dal breve testo della rubrica, per fare spazio a una pubblcità, è stato tolto un paragrafo intero che, a parer mio, rende più interessante la storia di uno dei siti più magici di Roma. Riporto di seguito il testo senza tagli per chi volesse leggerlo per intero.
Se si va da via dei Chiavari a via di Grottapinta ci si trova davanti a un palazzo dalla facciata curva interrotta da un sottarco – la”grotta dipinta” – che riesce su piazza del Biscione. Proseguendo per via del Biscione e piazza del Paradiso si nota lo stesso andamento curvilineo: è la cavea del Teatro di Pompeo sulla quale si sovrappone l’attuale tracciato urbanistico.
Il 29 settembre del 55 a.C. il console Pompeo trionfante inaugurava il primo teatro in muratura di Roma, nonostante il senato lo vietasse per ragioni di decoro e di ordine pubblico. Pompeo aggirò l’ostacolo facendo costruìre un teatro-tempio. Il tempio, dedicato a Venere Vincitrice, lo collocò su un alto podio: un doppio ordine di gradinate disposte a semicerchio permetteva di salire in cima ma era, al tempo stesso, la cavea con i posti a sedere per gli spettatori. La scena si sviluppava di fronte, lungo via dei Chiavari, delimitando un lato di un vasto quadriportico, una sorta di parco pubblico, adorno di statue, fontane e boschetti di platani, che si estendeva tra via del Sudario, via di S. Anna e largo di Torre Argentina. Il giardino porticato terminava con una grande aula adibita alle riunioni del Senato e ornata con una statua di Pompeo sotto la quale, nel 44, venne pugnalato Giulio Cesare, il suo rivale politico.
La statua di Pompeo è a Palazzo Spada, due Satiri ai Musei Capitolini, un Ercole in bronzo ai Musei Vaticani, una colonna granitica e i resti delle fontanelle del quadriportico sotto il Teatro Argentina. Della Curia Pompeia resta il basamento in opera quadrata di tufo dietro i templi B e C di Largo Argentina. La platea del tempio di Venere coincide con l’area di Campo de’ Fiori – Flora era il nome di un’amica di Pompeo – i cunei in opus reticulatum, che servivano di sostegno alle gradinate, sono nelle cantine del Palazzo Pio Righetti (ex Orsini) e dei ristoranti Pancrazio e Grotte di Pompeo.
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