Questa intervista dell’ADNKRONOS mette in luce alcuni dettagli importanti a proposito del CDA dimissionario del Palaexpo: l’idea di trasformare l’Azienda speciale in Fondazione, per esempio, era stata presentata mesi fa, senza alcun esito, per essere esaminata e discussa. Ora, dopo la nomina di un commissario, assai sorprendente per la inusuale velocità con cui è stata decisa e fatta (ma era già pronta?), ecco che si parla appunto di Fondazione come se fosse una nuova brillante idea. C’è di che restare meravigliati. O forse no.
‘Non potevamo approvare un secondo bilancio in perdita senza chiarezza su strumenti per ripianarlo’
Roma, 1 lug. (AdnKronos)
(Orl/AdnKronos)
Le dimissioni del Cda del Palaexpo “non possono essere lette come un attacco al sindaco Marino, non ci sono gli elementi. Avremmo dovuto approvare il secondo bilancio in perdita dell’istituzione senza chiarezza sugli strumenti utili per ripianarlo e abbiamo preferito dimetterci”. Lo afferma in un’intervista all’Adnkronos lo storico dell’arte Claudio Strinati, consigliere d’amministrazione dimissionario dell’azienda speciale Palaexpo, spiegando che l’approvazione del “bilancio consuntivo 2014, il secondo in perdita, avrebbe esposto noi consiglieri alle accuse di inefficienza e di dolo e ai rilievi della magistratura contabile, per cui non ci restava altra scelta che le dimissioni”.
“Non avevamo alcun elemento per riuscire a costruire un bilancio preventivo 2015 che contenesse un’ipotesi di risanamento credibile – aggiunge Strinati – e dovendo svolgere il ruolo di consiglieri, non retribuiti, obbligati alla trasparenza e non coperti da alcuna forma di assicurazione, abbiamo preso questa decisione”.
L’ex soprintendente del Polo museale di Roma tiene a sottolineare che in quella scelta, almeno da parte sua, non esiste alcuna polemica nei confronti del Campidoglio. “Marino non ci poteva garantire perché i fondi del Comune sono molto ristretti e il bilancio di un’azienda come il Palaexpo doveva essere armonizzato con quello di tutte le istituzioni che fanno capo al Comune di Roma. Una cosa impossibile, anche alla luce del taglio dei finanziamenti, scesi da 11 a 7 milioni all’anno per il 2015, con i quali non si riusciva neppure a fare vivere l’azienda nelle sue esigenze quotidiane”.
“Con le nostre dimissioni – sottolinea l’ex consigliere del Palaexpo – abbiamo detto al sindaco: la fiducia che tu ci hai dato nominandoci non la possiamo onorare fino in fondo e nel nostro gesto non c’è alcuna ostilità ma solo salvaguardia verso di noi e verso l’azienda”. E Marino ha risposto a questa decisione “con parole di alto profilo. Ha preso atto delle dimissioni – spiega Strinati – e ha detto che l’amministrazione comunale si trova in difficoltà finanziarie fin dal momento del suo insediamento, a causa dei vincoli imposti dal piano di rientro”.
Marino ha anche detto “che è suo fermo intendimento sostenere la cultura e rilanciare l’azienda Palaexpo, recependo la ‘pars costruens’ della nostra decisione di dimetterci. Il rapporto quindi tra sindaco e consiglieri è di sintonia e non di scontro. In un certo senso è come se avessimo rimarcato a Marino ciò che lui sa benissimo da solo ed è probabile che da questo momento dialettico esca qualcosa di positivo”.
Le strade possibili per il futuro del Palaexpo nell’immediato sono due: il commissariamento o la nomina di un nuovo cda. “In questo secondo caso – sottolinea Strinati – i consiglieri, consci delle nostre osservazioni, accetteranno l’incarico ritenendo di potere affrontare questa situazione con le stesse modalità, che vanno dalla gratuità alla trasparenza assoluta, compresa la pubblicazione online di tutti i redditi”.
“Una cosa alla quale mi ero opposto perché non capivo per quale ragione dovessimo spiattellare sotto gli occhi di tutti non solo guadagni e beni posseduti, ma perfino i cavalli fiscali delle nostre automobili… Non siamo paragonabili ai politici, secondo me, per cui non sono mai riuscito ad approvare interiormente questa normativa, ma l’ho ossequiata per la voglia di collaborare con il sindaco”, spiega lo storico dell’arte.
Anche il progetto di trasformare il Palaexpo da azienda speciale in fondazione, “era stato apprezzato da tutto il Cda”, spiega l’ex consigliere. In una lettera che il presidente dimissionario Franco Bernabè aveva scritto a Marino nel gennaio scorso, si fa infatti riferimento allo statuto dell’ipotetica fondazione, inviato al Comune nell’ottobre 2014 per essere esaminato. “Questa trasformazione sarebbe un’ottima soluzione per il Palaexpo, perché una fondazione ha strumenti di raccolta di fondi più potenti di quelli di un’azienda speciale”, conclude Strinati.
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