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È ancora tempo di parlare d’amore? A Napoli, 5 giugno, Casa Ascione; a Roma, 6 giugno, Harmonia mundi

Care amiche e amici, forse non è più questo il tempo adatto per parlare di libri e lettura, men che meno dell’antico discorso d’amore. O forse invece lo è più che mai, nella perplessità in cui oggi siamo sospesi. Torniamo ancora a parlare di civiltà del dialogo, di desiderio d’amore, di bellezza e sapienza, care amiche e amici. Vi aspetto a Napoli martedì 5, alle ore 18, a casa Ascione. Il giorno dopo a Roma, in via dei Santi Quattro 26, alle ore 19, nella sede dell’associazione culturale Harmonia Mundi (che vi chiede un’iscrizione online https://www.harmonia-mundi.it/eventi/lenigma-damore_2018-06-06 ). Più che mai è tempo, ora, di ricordare la centralità della cultura, del suo essere fondamento, e non sovrastruttura, di un progetto politico volto a ricostruire  una società destabilizzata e moralmente depressa. In un momento critico della nostra storia – una storia assai breve come stato unitario, lunghissima come nazione e cultura – è più che mai necessario, care amiche e amici, ricordare quelle grandi civiltà che hanno impostato la loro azione politica sull’amore per la conoscenza e il libero pensiero, sul rispetto per le diversità, sul dialogo paritario tra l’uomo e la donna. Torniamo, allora, a parlare della civiltà occitanica, delle donne e degli uomini dell’antica Aquitania, che tanto hanno segnato la cultura europea, soprattutto la nostra, imprimendo su di essa un indelebile segno di libertà, mai dimenticato, neanche nei momenti più oscuri, ma certamente mai più espresso nei modi originari. Una libertà vera e vissuta, per cui ogni individuo, uomo o donna che fosse, poteva distinguersi ed eccellere per la sua formazione culturale, non per la sua nascita, per il suo potere o per la sua ricchezza. Immagino che in tanti siamo preoccupati per quanto accade. Immagino che siamo certamente stanchi della cattiva informazione, dell’ipocrisia opportunistica malcelata, dei seminatori di discordia che invitano le piazze all’odio, alla rivalsa, allo scontro. Leggere non è dimenticare il proprio tempo difficile, ma ricordare la magnifica tradizione culturale che sostiene il nostro essere nel mondo, consapevoli, vigili e attivi.

 

 

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