Sto riprendendo confidenza e familiarità con il mio vecchio blog, che precede di molti anni i social di cui tutti ora facciamo uso. Mi piaceva di più – e forse anche ora mi piace di più.. – per tante ragioni. Soprattutto perché il diario non scorre e svanisce velocemente, triturato dai giorni che avanzano sovrapponendosi l’uno all’altro, fino a oscurare quelli già trascorsi, lasciando solo un eterno e labile presente in primo piano. Questo incontro, per esempio, è stato assai interessante per la qualità degli interventi e mi piacerebbe che ne restasse memoria. Sarei lieta se lo potessero vedere, a loro piacimento, anche saltando da un intervento all’altro, soprattutto tutti coloro che avevano fatto richiesta di partecipare all’incontro e che non sono potuti entrare per carenza di posti.
Una conversazione tra persone qualificate e appassionate, Marina Caffiero, Alberta Campitelli, Pasquale Chessa, Simone Quilici, che, parlando del mio Sogno notturno a Roma, hanno condiviso, da vari punti di vista, la mia visione critica e storica di una città unica e universale come Roma.
Sono passati mesi da che il libro è uscito, quasi un anno, eppure di giorno in giorno l’interesse si accresce intorno alle vicende e ai temi che ho cercato di narrare nel modo, a parer mio, più efficace. Roma ne ha certamente bisogno. Ha bisogno e urgenza di essere riconosciuta e compresa. Roma soffre ancora oggi degli equivoci interpretativi di un passato non troppo remoto, quando governi non troppo illuminati la vollero trasformare in una città ‘moderna’ qualunque, sventrando e cancellando il nucleo più antico, stratificato e popolato, per trasformarlo in un museo di pietra privo di vita…
Add Comment