Ho letto per caso il curriculum di Claudio sul sito del MIBAC e mi sono stupita della totale assenza di dati sulla sua lunga e ricca attività culturale, per altro tuttora in corso. Ho pensato di porre riparo al suo ingovernabile minimalismo pubblicando sul mio blog il suo “vero” curriculum per chiunque fosse curioso di sapere meglio tutto quel che ha fatto e che va facendo.
Claudio Strinati, nato a Roma il 17 settembre 1948, storico e critico d’ arte.
Laureato nel 1970 in Lettere moderne (indirizzo e specializzazione in Storia dell’ arte) con il prof. Cesare Brandi, si è poi perfezionato nella disciplina e, dopo avere conseguito una borsa di studio presso l’ Accademia di San Luca in Roma, è stato per due anni docente di storia dell’ arte nei licei pubblici statali finché, nel 1974, è entrato, per concorso, nei ruoli del Ministero per i Beni e le Attività culturali, percorrendovi la carriera di funzionario tecnico storico dell’ arte: prima come Ispettore presso la Soprintendenza alle Gallerie e Opere d’ arte della Liguria con sede a Genova, poi a Roma, presso la Soprintendenza per i Beni artistici e storici del Lazio con il grado di Direttore e infine, dal 1991, dopo aver superato un concorso per dirigente, come Soprintendente, carica che ha ricoperto fino al luglio del 2009, quando è stato designato Dirigente Generale nello staff del Ministro per i Beni e le Attività culturali, interrompendo l’attività amministrativa sul territorio per dedicarsi a attività di studio ricerca e consulenza interna.
Negli anni di servizio presso il Ministero ha anche svolto attività di docenza, a contratto triennale, presso l’ Università degli Studi di Udine nel periodo 1987-89, sempre nel settore dei Beni Culturali. Ha svolto e svolge anche attività pubblicistica inerente all’ arte figurativa e alla musica ( i cui studi ha sempre coltivato in parallelo con quelli sulla arti figurative), scrivendo su la Repubblica e sul magazine dello stesso quotidiano, Il Venerdì, dove ha una rubrica musicale. Ha pubblicato numerosi contributi di carattere scientifico in varie riviste specializzate, italiane e straniere, su argomenti compresi tra il Rinascimento e l’ epoca neoclassica. Si è occupato anche di arte contemporanea e ha curato alcune mostre su eminenti artisti del Novecento come Manzù, Greco, Pirandello, Mafai, Afro ( tutte tenute nel Museo Nazionale di Palazzo Venezia).
Ha curato con particolare dedizione i rapporti culturali internazionali organizzando mostre e manifestazioni in varie nazioni, tra cui la Francia, l’ Inghiltera, la Germania, la Spagna, la Grecia, l’ Olanda , la Norvegia, la Svezia, Malta, l’ Ungheria, la Turchia, l’ Egitto, la Russia, Gli Stati Uniti d’ America, il Canada, il Messico, l’ Agentina, il Brasile, l’ Australia, il Giappone, la Cina.
Tuttavia l’ ambito storico artistico cui si è maggiormente dedicato negli anni della Soprintendenza è stato quello dell’ arte nel secolo diciassettesimo con alcune “incursioni” anche nell’ età del Rinascimento cui si è dedicato con una grande mostra su Sebastiano del Piombo, tenuta nel 2008, prima a Roma in Palazzo Venezia, e in seguito a Berlino nel Museo Dahlem, e giudicata dalla critica specialistica tra le migliori mostre dell’ anno. Ha poi curato una mostra su Il Quattrocento romano tenuta con successo, sempre nel 2008, presso il Museo del Corso della Fondazione Roma. Sua la mostra Caravaggio, tenutasi alle Scuderie del Quirinale di Roma nel 2010 , di cui ha curato il catalogo edito da Skira: mostra che ha avuto un successo straordinario ed è stata una delle più apprezzate e visitate in Italia dal secondo dopoguerra ad oggi.
A partire dalla metà degli anni novanta fino a oggi ha concepito e allestito esposizioni di notevole respiro destinate a ripercorrere l’ intera storia dell’ arte del Seicento soprattutto, ma non esclusivamente romano, individuata sia nei sommi protagonisti sia nei cosiddetti minori. Nelle sedi istituzionali di Palazzo Venezia e Palazzo Barberini ha così allestito mostre del Caravaggio e dei caravaggeschi, del Domenichino, di Pietro da Cortona, del Lanfranco, di Orazio e Artemisia Gentileschi, ( curata da Keith Christiansen del Metropolitan di New York) di Andrea Sacchi, di Mattia Preti, ma anche di personaggi meno conosciuti ma di cruciale importanza in quell’ epoca storica come Agostino Tassi, Francesco Cozza, Alessandro Algardi e altri. Ne è scaturita una sorta di ampia enciclopedia dell’ arte caravaggesca e barocca che ha segnato una tappa interessante degli studi attuali di storia dell’ arte nel nostro Paese.
Altre mostre sono tuttora in corso di preparazione.
Ha dedicato molto lavoro anche alla riorganizzazione dei musei statali romani. Sotto la sua Soprintendenza è stata restaurata e riaperta al pubblico la Galleria Borghese, museo di cruciale importanza nel panorama italiano. E’ stato poi recuperato allo Stato il grandioso Palazzo Barberini, da oltre sessanta anni occupato per larga parte da istituzioni che nulla avevano a che fare con la Galleria Nazionale per la quale il palazzo fu acquisito allo Stato nell’ immediato dopoguerra rimanendo però largamente sottoutilizzato. Ha altresì recuperato molti spazi del Palazzo Venezia rendendoli disponibili all’ ampliamento del museo e alle grandi mostre e ha collaborato attivamente alla riapertura generale del Vittoriano che è divenuto in pochi anni uno degli spazi espositivi più importanti della città.
Un altro settore cui si è molto dedicato è quello del restauro e della catalogazione delle opere d’ arte. Sono migliaia, infatti, le opere che sono state sottoposte a restauro sotto la sua Soprintendenza in tutto il territorio di Roma e del Lazio, e centinaia di migliaia le opere catalogate e rese disponibili allo studio di tutti gli interessati attraverso un sistema informatico che è in costante sviluppo.
Ha pubblicato molti libri di storia dell’ arte che hanno incontrato notevole riscontro di lettura e di critica. In particolare è in corso di pubblicazione un ciclo di volumi dal titolo Il mestiere dell’ artista, editi da Sellerio (il primo è uscito nel 2007, il secondo nel 2009, il terzo è di prossima pubblicazione), che ripercorrono momenti salienti della storia dell’ arte italiana dal Trecento a oggi. Nel 2010 è uscita con l’editore Skirà una imponente pubblicazione su I Caravaggeschi, da lui ideata, risultato di lunghi anni di lavoro in collaborazione con Alessandro Zuccari che ne ha curato la versione finale; sempre nel 2010 sono stati pubblicati due imponenti volumi, il primo su Raffaello, edito da Scripta maneant, il secondo su Bronzino edito da Viviani. Ha in preparazione un libro su Tiziano.
E’ Ufficiale al merito della Repubblica Italiana e ha ricevuto la Legion d’ Onore francese per attività culturali svolte negli ultimi dieci anni a Parigi, in particolare presso il Museo del Lussemburgo con il quale ha attivamente collaborato organizzando mostre su alcuni sommi maestri dell’ arte italiana (Raffaello Sanzio, Paolo Veronese, Tiziano Vecellio) che hanno incontrato ottimi riconoscimenti da parte del pubblico e della critica.
Nel suo nuovo incarico ha curato nel 2010 il catalogo della mostra sul Trittico di Beffi, un capolavoro dell’ arte italiana del Quattrocento conservato presso il Museo Nazionale dell’ Aquila che, a seguito del terremoto che ha sconvolto la città, è stato inviato, come simbolo della resurrezione dopo la sciagura, in un “tour” presso vari musei degli Stati Uniti riscuotendo grande interesse di pubblico e di critica.
Ha collaborato alle celebrazioni per l’ Unità di Italia in corso già dal 2010. In tale ambito ha curato l’ esposizione La France et le “Risorgimento”, tenuta nel settembre 2010 al Museo Nissim de Camondo di Parigi in occasione della visita di stato in Francia del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.
2 Comments
Non so se col prof. Claudio Strinati mi unisce solo un caso di omonimia, ma sono invece certa che l’amore per l’arte ci accomuna. Sono la figlia, ormai in là con gli anni, di uno scultore piacentino nato nel 1893. Nell’ottobre 2010 la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha voluto rendere omaggio allo sfortunato scultore pubblicando le ricerche che io stessa ho fatto nel corso degli anni. Desidererei tanto mandarne una copia al mio illustre omonimo ma non sono riuscita ad avere un recapito (anche perchè la mia dimestichezza con il computer è basica). Ho quindi pensato di rivolgermi a Lei dopo aver letto il curriculum che ha fatto. Mi accorgo che Lei ha colmato un vuoto che era giusto colmare. La modestia del personaggio stupisce come la grande conoscenza artistica che Lei ha saputo portare alla luce (anche il mio papà era molto modesto tanto da non avere mai firmato lavori che fanno parte di importanti monumenti cittadini). Grazie dell’attenzione sarei felice di inviare anche a Lei una copia del mio libro. Non vorrei avere abusato della sua pazienza nel qual caso me ne scuso. Grazie Maria Clara Strinati
Grazie per il “vero” curriculum. Per fortuna mi è capitato di seguire su RAI5 alcune lezioni di Claudio Strinati e mi sono ripromessa di andare in libreria perchè mi è venuto il desiderio di leggere alcuni suoi libri
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