Stato maggiore dell’editoria nella sala dello Stenditoio, al san Michele, nei giorni 1 e 2 ottobre. Il libro soffre, i lettori mancano all’appello, le istituzioni chiamate al soccorso rispondono con generiche condoglianze. Due ministri, Gelmini e Bondi, si dichiarano pienamente solidali con gli editori ma non sembrano avere una chiara coscienza della loro parte in commedia.
Quesiti per la Pubblica Istruzione: come mai sono stati cancellati dai ruoli i bibliotecari scolastici? perché nella scuola superiore la lettura non fa parte del curriculum degli studi? perché all’Università è permesso di studiare su brandelli di fotocopie e di leggere solo capitoli e pagine scelte dei grandi classici? Non vi siete accorti, cari ministri degli ultimi decenni, che il buco della lettura va dai quattordici ai venticinque anni? Come mai non vi chiedete perché alle elementari e alle medie si legge e poi si smette di colpo?
Quesiti per i Beni Culturali: perchè non viene regolamentato l’uso delle fotocopie? come mai non si tutela a sufficienza il diritto d’autore? perché non si investe sulla promozione del libro e della lettura nella stessa misura in cui si investe sulle mostre d’arte? Non sapete che alla indubbia spesa della promozione corrisponde un salto nei consumi? A Roma, per esempio, negli ultimi anni il numero dei lettori è sensibilmente cresciuto per merito delle tante iniziative dedicate al libro.
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